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Lettere - Caro Claudio

 

Caro Claudio,
è buffo e allo stesso tempo doveroso scriverti questa lettera. Di solito quando sento il bisogno di scrivere così, da un momento all’altro, è perché l’altra persona “mi ha lasciata” e io cerco disperatamente di lasciarle un bel ricordo di me, con le mie parole.

 

Questo non è proprio il tuo caso, non mi hai lasciata, neanche quando avresti dovuto o quando non ci parlavamo a causa di un litigio. Io sapevo che eri lì, a sorridere per me per quel piccolo e/o grande passo. Sapevo che, in fondo alla stanza, c’eri tu a sorridermi. E spero tu abbia avuto la stessa sensazione.

 

Ho cercato la lettera che iniziai a scriverti quando litigammo, ma non l’ho trovata e penso sia meglio così, almeno non rimango influenzata dalle mie stesse parole.

 

Sai, ricordo perfettamente quel giorno in cui, con un messaggio, ti dissi che era meglio chiudere la nostra amicizia. Codarda. Dopo più o meno un’ora eri da me. Parlammo, io piansi, tu quasi. Chiunque avrebbe detto che “quei due laggiù” si volevano un gran bene. In fondo era vero, è vero.

Con quel messaggio stavo facendo ciò che odio nelle persone, ciò che hanno sempre fatto con me. Stavo lasciando che la paura vincesse. Perché io ho avuto paura, Claudio. Tu mi stavi dando ciò che io avevo sempre desiderato da una persona: mi stavi accanto, ridevamo, ci supportavamo, condividevamo qualcosa; e io ho avuto paura. E quella grande bastarda della paura, come sai, ci fa pagare il conto. Così ci siamo allontanati.

 

Ma non è stato solo quello il motivo per cui ci siamo allontanati. Sai meglio di chiunque quanto io possa essere particolare e ho un limite che preferisco non venga superato. Se tu l’hai superato è perché io ho fatto sì che succedesse, ma poi me ne sono pentita, perché il mio carattere non regge. È un discorso ancora a oggi confuso, ma lo sai ormai.

 

Perché questa lettera, Claudio? Perché portare a galla questi ricordi? Perché ci tenevo a dirti che, anche se il nostro rapporto è cambiato, io ti voglio bene allo stesso modo.

 

Ti ringrazio per essermi sempre stato accanto. Per ogni crisi di pianto placata dai tuoi occhioni comprensivi. Per ogni abbraccio “costretto” o inaspettato.

 

Valentina

 

 

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